lunedì 28 ottobre 2013

Inferno e/o Paradiso


Non è una scelta qualsiasi, ammesso che possa essere una scelta, quella tra Inferno e Paradiso. Sinceramente non ci ho pensato mai più di tanto, almeno prima di imbattermi nel libro di Borges e Casares. La scelta è più che altro quale Paradiso e quale Inferno? Mi sembra un pensiero consolidato in quasi tutte le religioni e morali che l’uomo sia visto come un’anima intrappolata in un corpo e messo nell’esame della Vita. In fondo all’esame ci si imbatte in un esito che per alcuni è il premio o la punizione, per l’altri è un riequilibrio delle ingiustizie. Quelli che superano l’esame o devono essere premiati vanno in Paradiso e gli altri all’Inferno. Escludo dal ragionamento, per semplicità, i vari Purgatorio, Limbo, reincarnazione, e simili. L’inferno è molto simile in tutti i casi: è un luogo generalmente infuocato in cui si è torturati carnalmente per l’eternità. Se la tortura non è "fisica", in alternativa, c’è la tristezza infinità. Il Paradiso può essere un luogo di unione spirituale con la divinità o un luogo di appagamento sensuale, in tutti i casi per l’eternità. Mangiare, bere, rilassarsi, amare è bellissimo in vita,  non credo che potrei sopportarlo per un’eternità senza fine e senza obiettivo. Così come una sofferenza eterna senza remissione o miglioramento mi sembra un’ingiustizia colossale per chi non ha chiesto di partecipare al gioco e per di più con le regole che sono state spiegate in malo modo. Però non so come vorrei che fosse il mio Paradiso, forse lo vorrei come una vita, la mia, questa, indefinita, in cui possa cercare e  migliorare, sbagliare e riparare sempre. Amare, certo, e goderne, ma non confidando in un sempre scontato, ma solo costruito pezzo per pezzo. Un percorso in cui le esperienze si accumulano e cercano nuove esperienze, in cui ci sia sempre la voglia del domani. Anche l’Inferno lo vorrei così, come i miei giorni peggiori,che non vogliono un domani uguale e che ambiscono ad un piccolo Paradiso, e ci provano ad averlo. Forse ogni giorno siamo già in Paradiso, o all’Inferno, ma non abbiamo notato il cartello all’ingresso.



Post: Light Handling - 25 ottobre 2013

8 commenti:

  1. Beh, che si possa scegliere un paradiso, mi torna pure... voglio dire, il paradiso potrebbe essere tutto ciò che scegliamo, no? Mi sembrerebbe un bel premio.
    L'inferno invece deve per forza essere opposto a quello che desideriamo, se ce lo potessimo scegliere non vedo come potrebbe essere una punizione... Forse è questa la differenza tra l'inferno di ogni giorno e quello dell'eternità.
    Io comunque ho un'idea bel precisa di come potrebbe essere l'inferno per me, la massima punizione... e mi vengono i brividi a pensarci!

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  2. E se anche il Paradiso fosse come l'Inferno? In fondo nessuno è mai tornato a raccontarci com'è.
    E se anche le nostre anime venissero riciclate in qualche modo e costrette a vivere per l'eternità?
    Oddio, questo sì che sarebbe il vero Inferno.

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    1. Riciclate è molto peggio che reincarnate, senza dubbio, io credo che andrò nell'umido.

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    2. Almeno non ti toccherà l'incenerimento :)

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  3. La mia visione del paradiso qui?...Io l'ho quando sono col mio Uomo,fra Amici (pochi) che mi capiscono e dei quali mi fido,rido,scambio e,nell'abbraccio finisce il giorno,sicuri del ritrovarci identici nel giorno che lo segue. L'inferno è tutto il suo Contrario. Oltre questo non so. Ciao Sammy che saluto quasi sempre ridendo.
    Bianca 2007

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    1. E non qui? ... stai sorridendo adesso? dimmi di sì! :)

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    2. Si.sto sorridendo.Anzi sai che ti aggiungo?...Fuori è così bello e frizzantino che l'invito è già qui.

      Bianca 2007

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