Alla fine tutto si è svolto come in un racconto complicato, dove la trama lascia spazio affinché l’imprevisto vi ci si infili senza farlo mai. Alla fine del giorno quando tornavo in auto e il sole ad ovest calava visibilmente, sui cantieri abbandonati dal lavoro, ne avevo la consapevolezza. La preparazione impeccabile, la presenza di tutta la famiglia, le settimane di tensione ormai dissolta ne sono stati i protagonisti. E così, con un sorriso raggiante, senza tentennamenti, con una serenità fatale, mia sorella si è sposata. E si è sposata veramente. Ed eravamo tutti li con il libretto azzurro in mano come se fosse un gioco, una recita organizzata, invece di cogliere che da quel giorno sarebbe cambiato tutto. Anche il cielo che ha deciso di rovinare la Primavera ieri si è messo dalla parte dei simboli e ha aspettato il “sì” per cambiare colore. I sorrisi degli invitati si sono sciolti nel vino, non quelli di cera dei camerieri, che alla fine del giorno avranno doloranti i piedi e la faccia. Io che sono sempre in ritardo, non sui tempi, ma sulla sceneggiatura, mi sono accorto che non ero più teso solo verso sera quando ho incominciato a cercare i confetti nelle tasche stracolme degli invitati. Quando mio cognato (perché adesso ne ho uno anche io) mi ha detto: ma noi non abbiamo ancora brindato. Abbiamo fatto una curva ed è cambiato il paesaggio, ma è lo stesso viaggio.
foto: 20 Aprile 2012